Le partecipanti al festival di Sanremo ricevono i fiori, normale, no? È sempre stato così. 
Stasera sono polemica. 
Ho discusso proprio ora con una persona molto vicina a me, che crede che non esista una lotta che dobbiamo portare avanti come donne, come persone. 

“Un fiore è una cosa bella”

Ma certo che è una cosa bella. Però fermiamoci un attimo a pensare a cosa rappresenta il fiore, ai secoli di letteratura e arte e luoghi comuni sulle donne associate ai fiori, paragonate ai fiori per la loro bellezza e delicatezza. 
Deboli, raffinate, fragili, ornamentali. 
Questa riflessione me l’ha suggerita un post su Instagram, che riassumeva quel che ho pensato anch’io: piantiamola con questa differenziazione. 
La riflessione va più a fondo.

Mi hanno insegnato che un ragazzo deve venirmi a prendere in macchina sotto casa e aspettare che finisca di truccarmi senza fiatare, che la cena la deve offrire lui, che deve dimostrarmi che ci tiene con i fiori, col cioccolato a San Valentino. 

Io, da parte mia, devo solo preoccuparmi di non essere una ragazza facile, una che la da. 
Perché a quel punto si suppone che io la dia anche al ragazzo in questione, e la conseguenza è che verrebbero meno tutte le premure sopra citate. 
Potrò, infine, fare sesso, prima o poi, forse. Forse. 
Come una concessione, però. Come se non fosse anche una mia esigenza (ma scherziamo? Le Vere Donne® non sono interessate al sesso, è da sgualdrine) e comunque se mi concedo lo devo fare come premio.
Quando il cane ti da la zampa tu gli dai il biscottino, quando il fidanzato stabile ti ha dimostrato sufficiente amore e devozione gli dai il tuo corpo. 
Ah, e comunque dopo aver perso la verginità il tuo corpo, quello stesso corpo per cui hai ricevuto regali e attenzioni fino a un attimo fa, vale molto meno, quindi forse a quel punto non avendo più la soddisfazione di romperti l’imene un uomo non ha neanche voglia di sforzarsi troppo a convincerti che merita di fare sesso con te, e puoi fare sesso un po’ più serenamente. Non dimentichiamo però che in ogni caso deve passare il messaggio che gli stai facendo una grazia, non ci vorresti andare a letto, ma lo fai perché lui in cambio fa tutte quelle cose a cui abbiamo già accennato e a cui non vuoi rinunciare. 
 

Non è questo che mi hanno insegnato, ma c’era questo dietro gli insegnamenti. 

Mio padre una volta mi ha detto che fumare una sigaretta suggeriva qualcosa di sessuale ai maschi, un richiamo a un simbolo fallico che poteva forse riferirsi alla pratica del sesso orale. 
So che voleva proteggermi, dal fumo più che dei maschi, avevo tredici anni e lui pensava che collegando le sigarette al pene io avrei smesso di fumare, schifata. 
Che fastidio non poter nemmeno aspirare da una sigaretta senza scomodare gli uomini e il loro desiderio sessuale. 
I miei genitori sono di una generazione diversa dalla mia, e capisco che avessero buone intenzioni, ma ora che sono “grande” non posso fare a meno di ragionare su quanto quegli insegnamenti fossero ottusi e limitanti. 
So che mia madre voleva evitarmi una delusione quando mi faceva ramanzine sul sesso e mi raccomandava di non lasciarmi troppo andare, ma ciò che ho imparato è stato solo che per tenermi stretto un fidanzato devo tenere il suo pene fuori dalla mia vagina, soprattutto se quest’ultima è intatta. 

Le donne quindi le dipingiamo come i barattoli di sugo al supermercato, vuoi comprare quelli ancora sigillati, no? Mica sei scema che prendi quello aperto. 
Rievochiamo anche l’iconica immagine della chiave che apre tutti i lucchetti e del lucchetto che si fa aprire da tutte le chiavi, così, giusto per non farci mancare niente. 


Ti devi preservare. Mi devo preservare. La libertà non sappiamo cosa sia, non possiamo esercitarla. La nostra sessualità dobbiamo limitarla perché è una minaccia.

Siamo fiori, siamo belle, siamo delicate, e se vogliamo esprimere un’opinione dobbiamo farlo sottovoce, ma poi perché mi lamento dei fiori? Ci sono problemi più gravi. E comunque se sono femminista non dovrei indossare abiti scollati, o camicette e top femminili, perché i vestiti non hanno genere, giusto? 

Ammettendo che siano obiezioni sensate (si può obiettare al valore simbolico dei fiori nella storia?) e rispondiamo:

1) Sì, ci sono problemi molto più gravi, ma forse bisogna cominciare da quelli piccoli, perché altrimenti nulla cambierà mai. Poco alla volta, l’acqua corrode la roccia, bisogna pur iniziare da qualche parte, e mi capita per puro caso di esprimere un commento sui fiori. Non lo faccio sottovoce perché ho bisogno di essere ascoltata, e non mi sente nessuno se non urlo un po’.

2)Esatto i vestiti non hanno genere. Se mi piace una giacca “da maschio” me la prendo, ma sicuramente devo riconoscere di essere condizionata da una cultura patriarcale radicata in noi da secoli, che in un certo senso mi impone la ricerca della sensualità (sempre entro certi limiti invalicabili eh). 
A questo proposito aggiungo che per anni ho sofferto per il mio fisico, la taglia del mio reggiseno ha fatto sì che mi sentissi quasi in dovere di esporre un po’ di scollatura, era la parte di me che le riviste mi incoraggiavano a mostrare e valorizzare, mi piacerebbe anche indossare quei bei blazer oversize e i jeans morbidi da ragazza che se ne frega della moda, ma sento di non poterlo fare, perché ho delle forme morbide e abbastanza vicine all’idea classica della femminilità.

Vorrei stare meglio, vorrei sentirmi libera anche solo di mettermi qualcosa che mi piace senza preoccuparmi di come mi sta, e per farlo so che devo prima preoccuparmi delle tante, piccole regole che hanno inculcato a noi donne per “proteggerci” (e controllarci).

Comincio dai fiori.

Sono belli, possiamo darli a tutti. Non sono un’esclusiva delle donne, anche i maschi meritano la bellezza, anche i maschi possono essere delicati.

Io non amo i fiori, ma forse se mi piacessero li regalerei anch’io al mio ragazzo, una volta gli ho preso un ramo di bambù come pegno d’amore (ironia massima: gliel’ho comprato per puro caso l’8 marzo e mezza dozzina di persone, quel giorno mi ha chiesto dove fosse la famigerata mimosa che lui DOVEVA regalarmi).

Il patriarcato è deleterio anche per gli uomini.

Che stress dover guadagnare più della fidanzata, non poter mai piangere e mostrarsi debole, ma soprattutto che schifo vivere in una società in cui la vittima di uno stupro “se l’è cercata” perché indossava una minigonna, come se il maschio non sapesse tenere a freno il pene appena vede un bel paio di gambe.

I fiori di Sanremo sono solo la punta dell’iceberg. 
 

Fiori per tutti (o nessuno) e libertà.

Per tutti, per favore.

 

 

 

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