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Autore: John Grisham

Tre aggettivi: trascinante, toccante, inquietante.

Perché leggerlo? Perché il tema della pena capitale è molto importante e perché porta indignazione verso questa pratica contro il principio della vita. Questo romanzo sensibilizza le masse verso questo problema. La pena di morte è semplicemente inaccettabile e non è un deterrente per i criminali, come ci relaziona Amnesty Internetional.

 "Cosa faresti se la vita di un uomo dipendesse dai tuoi segreti?"

Questa è la frase scritta sulla fascettatura rossa che avvolge questo romanzo, il cui tema centrale è la pena di morte negli Stati Uniti.

Un ministro luterano, Keith, riceve nel suo ufficio un uomo che dice di chiamarsi Travis Boyette, schedato per violenze sessuali in quattro stati.

Travis dice al reverendo che è in libertà vigilata e che gli ha chiesto un appuntamento perchè sta per morire e vuole confessare un segreto che è rimasto celato per nove anni.

Keith cerca di capire quale reato possa aver commesso quel delinquente con un tumore che gli divora il cervello e per la prima volta sente la storia di Donté Drumm.

Drumm è stato accusato senza alcuna prova dell'omicidio di Nicole Yarber, della quale non è mai stato ritrovato il cadavere.

Drumm è nero, era un ragazzo devoto alla religione e un grande atleta prima di finire nel braccio della morte.

Ora è additato come mostro dalla famiglia della vittima, perchè due furbi poliziotti gli hanno estorto con bugie e minacce una confessione, che le successive corti hanno preso in considerazione.

L'interrogatorio di Drumm è durato quindici ore.

Inumano, ecco cosa ho pensato. Inumana la pena di morte. 

Boyette non ha credibilità e non c'è tempo per recuperare il cadavere di Niicole Yarber, che lui ha nascosto in Missouri.

La suspense non mi permetteva di lasciare questo romanzo neanche per mangiare.

Mi ha fatto pensare tanto, pensare che l'odio non fa che portare altro odio. Non dovremo farci guidare dal desiderio di vendetta.


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