bianco-nero.jpegMi è piaciuto.

La superficialità con cui è trattato un tema di una tale importanza lo rende un film che con la sua leggerezza, i suoi clichè, i personaggi con pregiudizi che ci fan ridere ci dà anche degli spunti per riflettere.

Carlo è sposato con Elena, che di professione fa da mediatrice per gli africani con le istituzioni italiane.

Lui non si è mai interessato al lavoro della moglie: quelle cene con persone che non parlano d'altro che di città africane sconosciute non le sopporta e a metà di un'interminabile conferenza sulla carenza di cibo nel Darfur esce a fumare una sigaretta. E' così che incontra la bella e "abbastanza" nera Nadine, anche lei stufa di sentir blaterare di bambini africani che assumono poche calorie.

Da subito sembra esserci una grande intesa che si trasforma presto in amore.

Ma entrambi sono sposati, hanno dei figli, vengono da famiglie con radicati pregiudizi e hanno paura di quella diversità che però li affascina.

Quanto siamo aperti, nella vita di tutti i giorni?

Quanto spesso ci capita di dare un'etichetta alle persone e non guardarle realmente per quello che sono, per quello che valgono?

La recitazione è molto ironica e in alcune circostanze è curioso vedere il punto di vista dei neri verso i bianchi.

Questo film evidenzia quelli che sono i luoghi comuni e i pregiudizi che sono tanto diffusi e che permeano il nostro quotidiano.


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